MATERA: MEMORIA E SPERANZA
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Alberti Rafael, Albano Irene, Aller Bruno, Apolloni Paolo, Arici Giovanni, Bertloni Massimo, Boggi Lorenzo, Bonanno Giovanni, Bongiani Sandro, Cantore Carla, Capone Nicola, Capucci Giovanni, Carriero Maria Grazia, Carroli Mirta, Cascione Donato, Cataldi Daniela, Colacicco Luca, Di Gennaro Antonello, Di Pede Franco, Facchinetti Marisa, Filardi Giuseppe, Galbusera Renato, Giove Rocco, Jannelli Maria, Kaipia Jouni, L'Annunziata Pietro, Lauria Pino, Lepore Giancarlo, Linzalone Roberto, Maggi Ruggero, Manno Vittorio, Maremonti Cesare, Minedi Gabi, Miriello Giuseppe, Morelli Michele, Orioli Giulio, Padula Angelo, Patrizio Maria, Rizzelli Andrea, Rizzelli Angelo, Sargenti Daniele, Serra Margherita, Settembrini Marisa, Tarasco Pietro Paolo, Terlizzi Ernesto, Tricarico Nino, Venuti Silvia, Xerra William,








Inaugurazione sabato 4 dicembre 2021 ore 19
Dal 4 al 12 dicembre 2021
Aperta tutti i giorni escluso lunedì: ore 18.30 – 20.30
A partire dal mese di marzo 2020 anche Arti Visive Gallery ha sospeso ogni attività nel proprio spazio espositivo, aderendo alle disposizioni governative emanate per il contenimento della pandemia da SARS-CoV-2 e ritenendo opportuno che anche l'arte e gli artisti dovessero fermarsi osservando un periodo di silenzio.
Nelle settimane successive, tuttavia, si è fatta pian piano largo la consapevolezza che il momento di particolare difficoltà che stavamo vivendo dovesse essere affrontato non con rassegnazione e abbandono, ma con coraggio, responsabilità e fiducia.
Arti Visive Gallery ha pensato che il tempo di lockdown che ci era stato imposto poteva e doveva essere vissuto come un momento particolare per riscoprire l'arte come strumento privilegiato che gli artisti hanno per offrire una parte di sé, della propria umanità anche e soprattutto in situazioni di difficoltà; per ripensare l'arte come strumento per oltrepassare i confini anche in tempo di distanziamento fisico, come occasione per collegare mondi interni (pensieri, sentimenti e emozioni) con la realtà esterna, anche rimanendo fisicamente dove si è, come opportunità per vedere l'arte come modo creativo, unico e profondo di prendersi cura di se stessi e degli altri nella convinzione che solo la cura di tutti e di ciascuno può renderci più forti e più capaci di affrontare le paure e le fragilità. Scriveva Simone Weil, “ogni volta che facciamo veramente attenzione” e ci prendiamo realmente cura “distruggiamo una parte di male che è in noi stessi”.
Per tutte queste ragioni Arti Visive Gallery ha chiesto nell'aprile del 2020 ad alcuni artisti di offrire una testimonianza scritta o un’opera grafica, pittorica, fotografica, realizzata per l'occasione, che avesse per tema “Matera: memoria e speranza” e traesse ispirazione dai versi di una poesia scritta da Rafael Alberti in occasione di un suo viaggio a Matera nel 1973 custodita in unico esemplare originale dallo Studio Arti Visive.
La poesia si intitola “Vivo fantasma” ed in questo ossimoro abbiamo visto la sintesi di tutta la realtà in cui siamo stati e per certi versi siamo ancora oggi immersi. Una realtà fatta di paure, timori ma anche di speranza. Matera ed i suoi Sassi, durante il lockdown, apparivano, al pari di tante altre città italiane e non solo, come “fantasmi”, svuotati dalla presenza umana di cittadini e visitatori e questa immagine, per i materani, appariva stridere dolorosamente con la pacifica invasione di “abitanti temporanei” conosciuta nel corso del 2109, l'anno vissuto da Capitale Europea della Cultura.
Agli artisti è stato chiesto di essere con noi “ambasciatori” nel nostro paese e nel mondo di questo messaggio di speranza perché ciò che poteva sembrare impossibile potesse diventare quanto prima possibile, perché ciò che appariva “disastro” potesse al più presto tornare ad essere “meraviglia” ai nostri occhi, al nostro cuore, alle nostre menti.
Il Matera International Photography come associazione culturale ha deciso di collaborare e sostenere questo progetto con un apporto di opere fotografiche da parte della fotografa e arteterapeuta Carla Cantore e dell'Editorial and Corporate photogrpaher Antonello Di Gennaro, ma anche nella divulgazione della attività supportando la mostra, l'allestimento e la grafica del catalogo.
Il progetto è stato inserito nella diciassettesima edizione della Giornata del contemporaneo (11 dicembre), promossa da Amaci, Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, che coinvolge musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista per raccontare la vitalità dell’arte contemporanea nel nostro Paese.
Nel catalogo della mostra figura il testo critico di Carlo Franza.
Alberti Rafael
Albano Irene
Aller Bruno
Apolloni Paolo
Arici Giovanni
Bertloni Massimo
Boggi Lorenzo
Bonanno Giovanni
Bongiani Sandro
Cantore Carla
Capone Nicola
Capucci Giovanni
Carriero Maria Grazia
Carroli Mirta
Cascione Donato
Cataldi Daniela
Colacicco Luca
Di Gennaro Antonello
Di Pede Franco
Facchinetti Marisa
Filardi Giuseppe
Galbusera Renato
Giove Rocco
Jannelli Maria
Kaipia Jouni
L'Annunziata Pietro
Lauria Pino
Lepore Giancarlo
Linzalone Roberto
Maggi Ruggero
Manno Vittorio
Maremonti Cesare
Minedi Gabi
Miriello Giuseppe
Morelli Michele
Orioli Giulio
Padula Angelo
Patrizio Maria
Rizzelli Andrea
Rizzelli Angelo
Sargenti Daniele
Serra Margherita
Settembrini Marisa
Tarasco Pietro Paolo
Terlizzi Ernesto
Tricarico Nino
Venuti Silvia
Xerra William
NEL BLU DIPINTO DI BLU_ PROGETTO/MOSTRA
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Inaugurazione della progetto/installazione
NEL BLU DIPINTO DI BLU promosso dalla Associazione
A.Ma.Sa.M., che svolge dal 1997 importanti e svariate attività nell’ambito della salute mentale nella persona della Presidente Lucia D’Antona il
10 settembre 2021 ore 18,30 presso
Arti Visive Gallery condotto dall’arteterapeuta
Carla Cantore, coadiuvato dalle volontarie della associazione: Maria Teresa Cirillo, Giovanna D’Agostino, Grazia Po, Mariella Rago, Anna Silvestro e Ester Esposito Vingiano; svoltosi presso la sede della associazione dal 28 gennaio fino al 27 maggio 2021.
L’esposizione curata in collaborazione con il
Matera International Photography e con Arti Visive Gallery, sarà inaugurata in tutta sicurezza e osservando tutte le precauzioni legate alle disposizioni anti Covid-19.
Il progetto ha portato alla realizzazione di meravigliose opere da parte dei partecipanti: Angelo, Claudia, Cosimo, Francesco, Giorgia, Lino, Luciana, Maria, Michele, Nunzio, Rosa S., Rosa V.,Santina e Sara; i quali sono riusciti a trasformare il materiale fornito dall’arteterapeuta durante i vari incontri, in qualcosa di originale e personale, esprimendo sempre la loro interiorità e la loro personale voce.
Hanno attraversato diverse emozioni e le hanno raccontate utilizzando i diversi linguaggi artistici: foto collage, il disegno, la pittura, la poesia e la scrittura poetica con il Metodo Caviardage® di Tina Festa.
La mostra
sabato 25 e domenica 26 settembre rientra nelle
GEP - Giornate Europee del Patrimonio, consolidata iniziativa europea promossa dal Ministero della Cultura e coordinata dal Polo Museale della Basilicata in considerazione del tema di quest’anno l’inclusione: un invito e spunto per riflettere sulla partecipazione al patrimonio culturale estesa a tutti i cittadini. Lo slogan “
Patrimonio culturale: TUTTI inclusi” è la traduzione di “Heritage: All inclusive” scelto dal Consiglio d’Europa.
All’inaugurazione saranno presenti: la Presidente dell’Associazione Lucia D’Antona e le volontarie, i soci, gli autori Angelo, Cosimo, Francesco, Giorgia, Lino, Luciana, Maria, Michele, Nunzio, Rosa S., Rosa V., Santina e Sara, l’arteterapeuta Carla Cantore, il Direttore della Residenza Brancaccio Luca Iacovone e il rappresentante della Comunità Alloggio Gino Masciullo (Casa Famiglia) Samanta Fusiello.
Inoltre l’associazione A.Ma.Sa.M. ringrazia la Comunità Alloggio Gino Masciullo (Casa Famiglia) e la Residenza Brancaccio in quanto alcuni dei partecipanti sono loro ospiti, Geo Coretti – Blu Video, Arti Visive Gallery e il Matera International Photography.
La mostra resterà aperta dal 11 al 26 settembre 2021 dalle ore 10 alle 12,30 e dalle ore 17,30 alle 20,00
INGRESSO LIBERO
MOSTRA-PROGETTO IL SÉ LATENTE NEI FOTOGRAMMI DELLA NOSTRA ESISTENZ
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A.Ma.Sa.M., Lucia D'Antona, Carla Cantore, Nuove Arti Terapie, fotografia terapeutica, Matera, volontariato, Arcivescovo S.E. Mons. Don Pino Caiazzo, Arci Diocesi Matera-Irsina, Don Angelo Gallitelli, Direzione del Polo Museale della Basilicata, dott.ssa Silvia Padula, Rosangela Maino, OLTRE L’ARTE, Geo Coretti, Blu Video, Arti Visive Gallery, Matera International Photography,
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Venerdì 18 giugno 2021 ore 18,00 sarà inaugurata presso Arti Visive Gallery la mostra in tutta sicurezza e osservando tutte le precauzioni legate alle disposizioni anti Covid-19
"IL SÉ LATENTE NEI FOTOGRAMMI DELLA NOSTRA ESISTENZA"
a completamento del progetto promosso e sostenuto dall’Associazione A.Ma.Sa.M., che svolge dal 1997 importanti e svariate attività nell’ambito della salute mentale nella persona della Presidente Lucia D’Antona coadiuvato dalle volontarie Maria Teresa Cirillo, Giovanna D’Agostino, Nunzia Di Marsico, Bruna Losignore, Mariella Rago e Ester Esposito Vingiano
ideato e condotto dall’arteterapeuta Carla Cantore, che vede protagonisti nove autori:
Angelo, Cosimo, Giorgia, Lino, Luciana, Maria Lucia, Roberto, Santa e Santina
i quali hanno realizzato opere utilizzando diversi mediatori artistici come il disegno, il fotocollage, la pittura e soprattutto il linguaggio fotografico in diversi luoghi del centro storico di Matera in particolare presso: Palazzo Lanfranchi / Museo Archeologico Domenico Ridola / San Francesco D’Assisi / Cattedrale / Museo Diocesano / Sala degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile/ San Pietro Barisano.
La fotografia in questo progetto è stata utilizzata come linguaggio di comunicazione di sè, della propria interiorità e unicità, come strumento per veicolare il coraggio e l'iniziativa, per far uscire dal proprio isolamento, per portare i partecipanti a raccontare le loro emozioni.
Le fotografie realizzate raccontano non solo dell’individualità del singolo, ma anche dell’unione del gruppo formatosi durante questa esperienza e dell’umanità.
Il filo ispiratore e conduttore de Il Sé Latente nei fotogrammi della nostra esistenza, è l’uso partecipativo dei nuovi media, il coinvolgimento, la crescita individuale attraverso il contesto del lavoro di gruppo.
L’esposizione è stata curata in collaborazione con il Matera International Photography e con Arti Visive Gallery.
All’inaugurazione saranno presenti: la Presidente dell’Associazione Lucia D’Antona e le volontarie, i soci, gli autori Angelo, Cosimo, Giorgia, Lino, Luciana, Maria Lucia, Roberto, Santa e Santina, la Presidente e legale rappresentante Rosangela Maino OLTRE L’ARTE società cooperativa a r.l., l’arteterapeuta Carla Cantore, l’Arcivescovo S.E. Mons. Don Pino Caiazzo e Geo Coretti/Blu Video.
Inoltre l’associazione A.Ma.Sa.M. ringrazia: l’Arcidiocesi di Matera-Irsina, Don Angelo Gallitelli, la Direzione regionale Musei della Basilicata e la dott.ssa Silvia Padula, Funzionario Storico dell’Arte, OLTRE L’ARTE società cooperativa a r.l., Geo Coretti – Blu Video, Arti Visive Gallery e il Matera International Photography.
La mostra resterà aperta dal 19 al 24 giugno 2021 dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 17,30 alle 20,30 – ingresso libero.
SCATTI #PEOPLEFIRST
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arteterapia, arte come terapia, autostima, fotografia, emozioni, laboratori di gruppo, collage, fotografiaterapeutica, fototerapia, percorsi di crescita,
6 ottobre 2020 ore 18,30
TEATRO ROSSINI - GIOIA DEL COLLE (BA)
WORKSHOP
L'ARTE E' TERAPIA?
L'arte ha sempre qualcosa da offrire e l'arte terapeuta è il mediatore, facilitatore e portavoce delle riccheze interiori di ogni individuo, senza giudizio e discriminazioni.
INTERVENGONO
Antonello DI GENNARO - FOTOGRAFO
Carla CANTORE - ARTETERAPEUTA
Pietro PARADISO - STILISTA
Nicoletta PAVONE - ASSOCIAZIONE A.SO.TU.DIS
MODERA
Rosa SURICO
ORGANIZZATORE
LO STATO SOCIALE DELLA FOTOGRAFIA
MOSTRA FOTOGRAFICA
SCATTI
Il centro storico di Gioia del Colle visto dai ragazzi dell'Associazione A.So.Tu.Dis
Progetto a cura di Alessandro Capurso
IL COLLAGE: SPECCHIO EMOTIVO.
Narrarsi è sì un viaggio nella memoria ma è soprattutto un raccontarsi nel qui e ora, ed è proprio su questo che bisogna soffermarsi, sulla modalità narrativa e su come vengono espressi o rappresentati gli avvenimenti e le relazioni.
Nel processo di narrazione di sé, il collage o foto collage; è un lavoro che spinge il narratore a compiere delle scelte, a fare una selezione, a scartare. Inoltre come si relaziona con questi elementi, la facilità o difficoltà nello strappare le pagine, nel tagliare e ricomporre il materiale da inserire, il rimanere nei bordi di un foglio bianco o a uscire da esso, eseguire le indicazioni o chiedere di poter andare oltre possono fornire indicazioni di come il partecipante organizza la sua vita, la sua quotidianità, come si relaziona con le parti di sé e gli altri.
In questo modo si rende visibile ciò che è invisibile, il proprio paesaggio interiore, le proprie parti ombre.
Le fotografie o parole delle riviste saranno scelte ma soprattutto attrarranno l’autore.
Il collage diventa uno specchio del mondo emotivo dell’autore. I partecipanti forse sceglieranno immagini e parole più di quanto possano servire effettivamente, come quando si prepara il bagaglio e si porta più vestiario del necessario.
Il laboratori in cui si utilizza il fotocollage porta i partecipanti verso una scelta ad una immersione nel qui e ora, a ritrovarsi in un caos di frammenti e a portare alla luce un’opera che parla di ognuno di loro. Il fotocollage racconta il viaggio fisico e emotivo, tramite la scelta di immagini e parole ritagliate da alcune riviste.
In questa opera bidimensionale l’invisibile sarà diventato visibile. Frammenti del mondo interno rimanderanno al mondo esterno, in questa sovrapposizione e intersecazione, dove alcuni saranno chiari altri invece saranno intuibili e avranno bisogno di un orientamento del conduttore per essere portati alla luce, in questo spazio esperienziale arteterapeutico in cui ciò che è già noto viene visto in maniera diversa. Diventa così, un narrarsi in modo nuovo e diverso rispetto al modo in cui ci vediamo nel mondo.
Un dialogo che inizia tra il dentro e il fuori, nel setting arteterapeutico, un luogo dove potersi mettersi in gioco, intimo ed accogliente, in cui l’anima possa abitare, trarne nutrimento, e dialogare con se stessa e con l’altro da se. Cosi come scrive Eugenio Borgna “Non c’e esperienza dell’io che non sia esperienza del mondo. Noi siamo gettati e immersi nel mondo con le nostre speranze e le nostre disillusioni, le nostre angosce e la nostra disperazione, le nostre attese e la nostra gioia. Non c’e l’io, da una parte, e il mondo delle cose e delle realtà umane, dall’altra; ma l’io si riflette nel mondo e il mondo si rispecchia nell’io in una circolarità senza fine.” 1
Ciò che si vive nel processo creativo del collage è de-strutturazione, ri-costruzione e ri-generazione, dove l’angoscia della distruzione del vecchio mondo viene placata grazie alla libertà concessasi di crearsene uno nuovo. Grazie al processo creativo l’arteterapeuta accompagna il partecipante a de_strutturare, destituire una parte di sé da significati acquisiti nel corso della vita, a rendere visibile il proprio vissuto interiore, bisogni e comportamenti, a creare qualcosa di nuovo che sviluppi responsabilità, consapevolezza e presenza che definiscono l’esser al mondo. L’arteterapeuta porta il partecipante a gestire un momento molto importante, quello della separazione dall’opera creata, da un momento vissuto come fortemente proprio si passerà ad un momento di forte sofferenza derivante dal distacco dal prodotto creato, che potrebbe essere percepito come un vero e proprio lutto. Ma solo quando si riconosce che l’opera creata è altro da sé, anche se espressione di sé, allora l’arteterapeuta può intervenire e utilizzare come mediatore il prodotto artistico per entrare in relazione con il cliente e in relazione tra l’autore e il prodotto stesso. In queste opere si riconoscono storie di un’umanità invisibile, di una memoria sospesa, cuori di uomini e donne in cui affiora tutte le emozioni che si vivono : felicità e sofferenza, amore e rabbia, coraggio e paura.
Come afferma Silvia Auditori nel capitolo_ Dal Frammento al racconto: l’uso del collage nella relazione d’aiuto “Mi soffermo brevemente sul una riflessione sul rapporto tra fotografia e collage di R. Krauss, la quale afferma che <<il principio del collage e quello della fotografia sono intimamente legati>>, poiché secondo l’autrice, entrambe riportano l’uomo a riconsiderare la realtà non più <<(…) illimitata e arbitraria>> ma piuttosto fa considerare <<ogni rappresentazione come nient’altro che una collezione di frammenti>> ed essendo la fotografia <<(…) necessariamente fotografia del mondo ci arriva sempre come un frammento>> 2
Il collage è uno strumento adatto ai tutti per portare alla conoscenza di se stessi, delle proprie emozioni e prenderne consapevolezza. Il collage permette in maniera molto semplice di accedere al proprio mondo emotivo, percepirlo e rappresentarlo considerando che in alcuni momenti della nostra esistenza o alcune di noi, possono percepire una difficoltà introspettiva e a esprimere verbalmente le proprie emozioni.
Inoltre è importante, per poter relazionarsi con il partecipante, come arteterapeuta avere una forte consapevolezza dei propri pregiudizi, riuscire a metterli da parte temporaneamente e poter così far accedere il partecipante al proprio mondo interno, unico e diverso da quello degli altri, portarlo a comprendere che non esiste un mondo oggettivo ed universale. Quindi l’arteterapeuta dovrà astenersi da dare giudizi, spiegazioni, consigli o creare una competizione sulla prestazione.
La relazione si baserà sulle sensazioni che le immagini e/o l’opera evocano nel cliente e da questo nascerà uno scambio. Tutto sarà focalizzato su un codice di tipo analogico che permetta di sentire, percepire quello che visualizzo e realizzo mantenendo un filo con il proprio mondo emotivo. Sarà importante che si mantenga un rapporto con le proprie emozioni che vengano verbalizzate e che sia dia un senso a tutto questo nella vita affettiva, relazionale, di studio e professionale.
I partecipanti utilizzeranno come materiale: riviste, forbici, colla, riviste, giornali, cartoncini e perforatrice, colori a matite e a spirito.
Quando l’autore crea l’autoritratto utilizzando la tecnica del collage, utilizza dei frammenti di immagini non personali, c’è una decostruzione e ricostruzione. Tale attività arteterapeutica è utilizzata per permettere ai partecipanti di creare un proprio autoritratto metaforico, ricco di significati simbolici dando così la possibilità di esprimersi liberamente in una forma artistica, emotiva e di poter navigare nel proprio immaginario.
Al termine della creazione si chiede a ognuno di condividere il proprio stato d’animo per poter prendere consapevolezza delle proprie emozioni e della visione di se stessi in cui si chiede di dare un titolo al proprio autoritratto e di descriverlo. “L’opera diventa proiezione all’esterno del mondo in cui l’artista ritiene di essere visto o di dover essere visto”
Carla Cantore | Arteterapeuta
1 Eugenio Borgna cit. pag 2 “Abitare gli spazi dell’anima” http://operatori.artiterapie-italia.it/1186/abitare-gli-spazi-dellanima-la-tecnica-del-collage-in-arteterapia/
2 Auditori S. “Le nuovi arti terapie. Percorsi nella relazione d’aiuto”
Bibliografia
Acocella Anna Maria e Rossi Oliviero (2013) Le nuovi arti terapie. Percorsi nella relazione d’aiuto. Franco Angeli S.r.l. Milano
Aliprandi Maria, Belgiojioso Francesca, D’Ercole Agata, Gusmani Chiara, Calò Serena. A cura di Sara Guerrini e Gabriella Lilli (2016) Oltre l’immagine. Inconscio e fotografia. Postcard S.r.l., Roma
Barthes Roland (1980) La camera chiara. Nota sulla fotografia. Einaudi, Torino
Barthes Roland (2002) L’impero dei segni. Piccola Biblioteca Einaudi, Bologna
Demetrio Duccio (1995) Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé. Raffaello Cortina Editore
Ferrari Stefano (2002) Lo specchio dell’Io, Autoritratto e psicologia. Editori Laterza, Roma
Guerra Simona (2016) Fotografia Consapevole, scrittura e fotografia si incontrano. Micropress Edizioni. Fermo
Malchiodi Cathy A. (2018) Arteterpia. L’arte che cura. Giunti Editore S.p.A. Firenze
Marra Claudio (1990) Scene da camera. Edizioni Essegi, Ravenna.
Piccini Fabio (2010) Tra Arte e Terapia. Utilizzi clinici dell’autoritratto fotografico. Cosmopolis da M.G. Torino
Poster Erving (1988) Ogni vita merita un romanzo. Quando raccontarsi è terapia. Casa Editrice Astrolabio - Ubaldini Editore. Roma
Rossi Oliviero (2009) Lo sguardo e l’azione. Edizioni Universitarie Romane, Roma
Therapeutic Resource
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Sono Carla Cantore, fotografa e arteterapeuta. Durante la pandemia ho pensato di utilizzare il linguaggio fotografico per avvalorare i corretti comportamenti e le regole che il Governo indicava. Ritengo che la salute è fondamentale, è la base su cui costruire la vita quotidiana.
In questo articolo, tuttavia, voglio condividere ciò che è accaduto a me e alla mia famiglia. Preoccupazioni personali ed eventi importanti hanno smosso riflessioni profonde e cambiato il modo di percepire il mondo circostante.
Mio padre, già a gennaio con un problema di aritmia cardiaca, è caduto, con conseguente frattura dell’omero ed ematoma alla testa. Lo abbiamo aiutato ad alzarsi e a sedersi su una sedia.
La difficoltà maggiore è stata quella di convincerlo ad andare in ospedale perché terrorizzato dal corona virus. La televisione, i TG e i notiziari lo avevano indotto a pensare che l’ospedale fosse il posto con più probabilità di infezione. Perfino mia sorella, mamma di due gemelli, la pensava così. Dopo diversi mesi di bollettini epidemiologici, di distanza dal resto del mondo, di spesa consegnata a casa, di giornate passate in solitudine, il sentire comune era di “pericolo” imminente.
Nonostante ciò, finalmente mio padre decide di andare in ospedale. La caduta può aver danneggiato qualche parte del corpo e ne eravamo tutti preoccupati.
Arrivati in pronto soccorso, siamo rimasti basiti dal fatto che gli operatori lasciavano a noi la scelta del ricovero.
Altra cosa scioccante: i parenti non potevano accompagnare il paziente. Bisognava aspettare fuori per avere qualsiasi informazione. In quel momento con profonda angoscia, ho capito come la pandemia stava radicalmente cambiando TUTTO. La deprivazione dell’assistenza e della vicinanza dei familiari, amplificava il senso di solitudine e di paura.
Diverse ore dopo, ci arrivano finalmente notizie. Mio padre è stato ricoverato nel così detto “LIMBO” , ha un ematoma cerebrale e deve restare sotto osservazione.
I pazienti vengono sottoposti a tampone per poter verificare se sono affetti dal virus.
Passa la notte e il giorno. Finalmente un medico mi chiama e mi dice che non appena arriveranno i risultati del tampone mio padre passerà in neurologia. Chiede dei medicinali che abitualmente prende ma ci conferma che non può essergli consegnata la biancheria.
Il paziente resta ancora con in vestiti di diversi giorni fa. Inoltre, non lo hanno fatto mangiare ne gli hanno dato le sue medicine
Preoccupata decido di correre, comunque, in ospedale, portando con me la biancheria, le medicine e il caricabatteria del cellulare.
La dottoressa prende solamente le medicine e il caricabatteria. Niente altro può entrare nel reparto LIMBO. Mi sincero almeno del cibo e l’infermiera che mi accoglie, sentendo la preoccupazione di figlia, mi rassicura che gli porterà almeno latte e biscotti.
Indossa una tuta bianca e una mascherina, non riesco a vedere il suo viso e i suoi occhi, ma percepisco che è sincera e si occuperà personalmente di mio padre.
Finalmente riceviamo una telefonata del medico che ci comunica che mio padre non può mangiare a causa dell’ematoma, non appena sarà trasferito prenderà le medicine regolarmente. Sentire il medico telefonicamente crea distacco, paura e distanza. Il coronavirus ci ha fatto vivere, vedere e sperimentare tutto questo.
I risultati del tampone arrivano.. per fortuna negativi. Mio padre viene trasferito a neurologia, reparto accorpato a medicina, con carenza di personale perche molti medici hanno chiesto permessi o aspettative. Purtroppo, a Madonna delle Grazie, sono pochi quelli che hanno deciso di lottare contro il virus.
Sette giorni di ricovero… Nessuna visita concessa. La solitudine aumenta, la distanza anche..
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Una sensazione di disorientamento ha pervaso la nostra famiglia, non sapevamo cosa succedeva, non si sono avute notizie, le domande non avevano risposte. Starà bene? Sarà accudito bene?
Non sapere cosa sta accadendo porta a destabilizzarsi, non c’è controllo della situazione. Bisogna respirare, trovare il tempo per una meditazione e riappropriarsi di sé.
Non è stato affatto semplice, ma in quei giorni ho fatto ricorso alle mie risorse interiori, grazie alla mia preparazione di arteterapeuta: la capacità di ascolto interiore, l’attenzione sulle emozioni e l’ utilizzo delle conoscenze del linguaggio fotografico per raccontare qualcosa sull’accaduto, ho veicolato la mia attenzione sul presente, sul qui-e-ora, e in questo modo ho gestito la possibile ansia e metabolizzando ho plasmato in dimensione materica il mio stato emozionale.
Questa esperienza ha confermato quanto la metodologia dell’arteterapia appresa sia un strumento risolutivo per affrontare problematiche, anche di questo tipo.
Mio padre ora a casa, è stato dimesso, l’ematoma si sta riassorbendo, nel complesso la sua salute e buona.
Carla Cantore
Arteterapeuta | Fotografa
Pubblicato da Alba Lucana il 03 giugno 2020
Noi siamo ciò che riflettiamo. Lo specchio dall'arte all'arteterapia.
AL JALIL YOGA
in collaborazione con il
MATERA INTERNATIONAL PHOTOGRAPHY
propone a Matera l'incontro teorico pratico
25 gennaio 2020
dalle ore 10,30 alle 13,30
"NOI SIAMO CIO' CHE RIFLETTIAMO
LO SPECCHIO DALL'ARTE ALL' ARTETERAPIA"
condotto da:
Manuela Venier | Arteterapeuta - Dottore in Arte e Archeologia
Carla Cantore | Arteterapeuta - Fotografa
Lo specchio nell’Arte è un argomento che già conosco grazie ai miei studi universitari e professionali, argomento che ha bisogno di essere espresso e raccontato, perché moltissimi sono gli artisti che hanno fatto e fanno uso degli specchi per realizzare le loro opere.
L’Arte è espressione di esperienze di vita, l’artista attraverso l’arte grida al mondo il proprio disagio.
E’ per questa ragione che mi sono avvicinata con i miei specchi allo studio dell’Arte Terapia attraverso il video e la fotografia, per dare un’altra chiave di lettura all’Arte passata e presente, diventando così intermediaria dei riflessi, riaccendendo la connessione tra sguardo, mente e visione.
Lo specchio ci permette di guardarci e scoprire quella parte di noi che altrimenti non potrebbe essere vista, il ‘viso’. Il nostro volto lo possiamo percepire attraverso i muscoli che mettiamo in azione per attivare le espressioni e rivelare le emozioni.
Lo sguardo non può tradire, ma noi non vediamo direttamente il nostro volto se non riflesso nell’altro o riflesso in uno specchio che ci rimanda la nostra espressione.
Fotografare attraverso lo specchio non è guardarsi, ma vedersi e ri-conoscersi senza timore, con tutti i nostri difetti, imprecisioni grandi e piccole.
Lo specchio deforma, allarga, approfondisce il mondo intorno a noi. Ciò che è dietro lo possiamo portare in avanti e viceversa.
Lo specchio da’ infinite possibilità di proporre spazi nuovi, giochi di luce e trasparenze, illusioni reali e irreali, tutte cose che hanno affascinato pittori e non solo, anche scienziati, filosofi, teologi, psicanalisti, interesse che si è evoluto nei secoli.
Lo specchio riflette e ci fa riflettere.
Avvicinarsi allo specchio attraverso la conoscenza del se riflesso.
Il ritratto nel laboratorio di Arte Terapia è stimolo per ritrovare un colloquio diretto/introverso/estroverso con noi stessi e con il mondo che ci circonda.
Il ri-tratto come colloquio silenzioso del noi essere.
Il laboratorio ha lo scopo di attivare ed arricchire la percezione della propria personalità, identità, individualità passando dal tatto al ri-conoscimento al ri-tratto.
L’obiettivo dell’arte terapeuta è quello di guidare i partecipanti a riconoscere la loro immagine nel riflesso, scoprire la loro natura intima, portarli alla lettura attraverso domande semplici e costrittive.
Non si tratta qui di bello o brutto, il non giudizio è alla base dei laboratori di arte terapia, i partecipanti sono liberi di interpretarsi e soprattutto di leggersi e ri-conoscersi, di condividere con gli altri le proprie emozioni, sempre in piena libertà.
Manuela Venier | Arteterapeuta
"Lo specchio, attraverso il riflesso che costituisce il nostro primo ‘doppio’, se non ci garantisce, quanto meno ci mostra la nostra materiale esistenza al mondo (…). Lo specchio, è ciò che consente la costruzione del nostro Io; inoltre esso ci rassicura sulla stabilità e la costanza della nostra immagine."
Lo specchio dell’Io. Autoritratto e psicologia | Prof. Stefano Ferrari
Per info e prenotazioni:
Segreteria: +39 3891986778 (lasciare un messaggio)
Carla Cantore: +39 3482774207
Prenotazione obbligatoria.
Evento ad offerta libera e consapevole.
Seminario | Terapie naturali, avere cura di sé stessi
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fotografia, fototerapia, arteterapia, analogisti, yoga, meditazione, naturopatia, riflessologia, sciamanesimo, psicologia, watage, Matera, Capitale Europea della Cultura 2019,
Il seminario Terapie naturali, avere cura di sé stessi si inserisce nel progetto del Centro Studi di Yoga e Meditazione “Al Jalil Yoga”, nato nel 2012, di promozione della cultura, della filosofia e delle tecniche dello YOGA, di diffondere le discipline olistiche e spirituali del mondo, di creare un ponte e un dialogo tra la filosofia occidentale e le filosofie orientali, tra le più recenti ricerche scientifiche e i contenuti delle antiche discipline olistiche, tra queste ultime e i credi religiosi di qualsiasi tradizione.
In particolare con questo seminario il centro vuole contribuire alla diffusione delle terapie naturali e della loro utilità per il raggiungimento di quel delicato equilibrio tra sfera emotiva, fisica, mentale e spirituale che spesso viene messo alla prova dalle circostanze della vita.
Venerdì 8 novembre 2019 dalle ore 18:30 alle 20:30
Chiesa del Cristo Flagellato- Ex Ospedale San Rocco – Matera
“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi”. “L'essenziale è invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo. Antoine Saint Exupéry
Rosalia STELLACCI | Maestra Yoga e Meditazione
Presentazione Associazione AL JALIL YOGA
Interventi:
Carla CANTORE | Arteterapeuta
“Arteterapia: l’immagine di sè e il rapporto con gli altri”
Mina CIRACI | Naturopata e riflessologa plantare -
“Riflessologia plantare e naturopatia una via per la salute”
Massimiliano CHITA | Massaggioterapista
“Il Massaggio tradizionale Thailandese”
Manuela VENIER | Arteterapeuta
“Noi siamo ciò che riflettiamo. Lo specchio dall’arte alla terapia”
Fabio BELLOMO | Druido contemporaneo
“Laboratorio di magia”
Frederique BACHELIER | Insegnante Vinyasa Flow Yoga e meditazione
“La meditazione in un percorso di consapevolezza”
Angela LAFORTEZZA e Nicola SACCHETTI | Analogisti
“A tu per tu con le emozioni”
Ondina MONTALTO | Psicologa e praticante Sciamanico
“Cosa è il Core Shamanism o Sciamanesimo Essenziale”
Emmanuel PASTOR | Fondatore e maestro Watage
“Cos’ è Watage e quali sono i benefici di questo metodo”
dal 9 al 20 maggio Cinzia Camela | Beyond the screen
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Beyond the screen, Cinzia Camela, Valentina Rippa, Mario Pellegrino, Fondazione Mannajuolo, Al Blu di Prussia, Mibac, Sabap, Carla Cantore, Matera International Photography, Kate Blanchett, Michael Keaton, Edward Norton, Isabelle Huppert, Sting, David Lynch, Mel Gibson, Sharon Stone, Quentin Tarantino, Valeria Golino, Madonna, Angelina Jolie, Brad Pitt, Agnès Varda,
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Giovedì 9 maggio 2019 alle ore 16.30 nelle sale al piano terra dell' Ex Ospedale di San Rocco in Piazza San Giovanni - Matera - apre la mostra personale di Cinzia Camela dal titolo "Beyond the screen" a cura di Valentina Rippa e Mario Pellegrino.
L'esposizione è promossa da Matera International Photography presieduta da Carla Cantore, con Sabap (Sopraintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio della Basilicata) da Mibac e Fondazione Mannajuolo_Al Blu di Prussia.
In circa 60 immagini realizzate dal 1999 ad oggi Cinzia Camela ci racconta nel suo modo intimista il mondo del cinema. Ripercorrendo il red carpet dei maggiori festival internazionali, tra Roma, Venezia e Cannes la fotografa riesce a combinare in un unico scatto l'essere e l'apparire realizzando immagini in cui sono visibili sentimenti ed emozioni dei personaggi ritratti. Il percorso della mostra restituisce una dimensione terrena dello star system, ridimensionando totalmente il punto di vista dal quale osserviamo le celebrità e i personaggi del mondo dello spettacolo. Le immagini in bianco e nero di Cinzia Camela (a parte qualche rara eccezione a colori) brillano di una luce così contrastata da concedere ai volti una profondità sconosciuta. Per un istante l'esteriorità patinata delle celebrità lascia spazio a sensazioni autentiche di commozione, di tenerezza, di allegria e di naturale bellezza.
Tra i protagonisti della mostra ritroviamo tra gli altri Kate Blanchett, Michael Keaton, Edward Norton, Isabelle Huppert, Sting, David Lynch, Mel Gibson, Sharon Stone Quentin Tarantino, Valeria Golino, Madonna, Angelina Jolie e Brad Pitt, Agnès Varda e molti altri tra registi, attori, musicisti e esponenti del cinema internazionale. Ci sono quasi tutti e in queste immagini ci appaiono più veri e se possibile anche più belli.
Biografia
Cinzia Camela vive e lavora tra le Marche e Milano. Si dedica alla fotografia sin da giovanissima; dal 1993 il suo interesse si concentra sui red carpet dei festival del cinema e nei backstage delle sfilate di moda più importanti. Tra i riconoscimenti e i premi che le sono stati assegnati: il Premio Canon 2000 per la miglior fotografia di sport della rivista Photo Italia, un oro e diversi bronzi ai Prix de la Photographie di Parigi, PX3, un secondo posto ai Photography Master Cup International Award nel 2013; è finalista ai Reinaissance Photography Prize 2013; Nel 2009 espone alla galleria "Al Blu di Prussia" - Napoli "Beyond the screen", una raccolta dei primi 10 anni di lavoro sui red carpet di Venezia e Cannes; Nel 2018 espone al Mia Photo Fair 2018 con la galleria Mario Giusti HQ -Milano
la mostra sarà visitabile fino al 20 maggio nei seguenti orari
10.00 \13.00 - 16.30\20.00 - ingresso libero
Rifioriamo_Il gioco dei sentimenti
La natura è per l'uomo fonte di grandi emozioni e sentimenti...scopriamoli insieme il
30 marzo 2019 dalle ore 17,30 alle 19,30
presso la sede dell'Arcolaio - Matera Via Don Minzoni 26.
Il laboratorio verrà condotto da Paola Di Lena Educatrice e Carla Cantore mediatrice artistica.
Rivolto a bambini dai 6 ai 10 anni.
Il costo è di 10 euro e prevede la merenda.
Per info e prenotazioni:
Paola Di Lena (Educatrice) +39 3895325300 - paoladilena@virigilio.it
Carla Cantore (mediatrice artistica) +39 3482774207 - carlacantore4@gmail.com