Il giorno successivo alla Pasquetta, Civita in Calabria, fondata nel 1467, torna indietro nel tempo per ricordare e festeggiare la fuga di gruppi di famiglie albanesi dai turchi e la conquista di questa nuova terra. Uomini e donne indossano il costume tradizionale albanese di Civita, realizzato in ricchi tessuti di raso e sete naturali dai colori vivaci, ricamati e laminati in oro, guarniti di galloni e merletti.
Per questo popolo rappresenta il simbolo di una coscienza etnica collettiva, uno dei legami più forti con il proprio passato. Il costume femminile è considerato tra i più belli delle raccolte internazionali per la varietà, gli echi orientali e l’austero fasto bizantino. Canti e balli tradizionali popolano le strade del paese a memoria di un passato che gli abitanti non voglio dimenticare non solo riportando alla luce antiche tradizioni e costumi ma parlando ogni giorno la lingua albanese degli avi. I suoi abitanti fanno parte della minoranza etnica e linguistica albanese d'Italia, riconosciuta e tutelata dallo stato italiano.
Folkore albanese: storie di migrazioni (2017) vuole essere un progetto di antropologia visuale, testimonianza di passato nel presente, storia di un popolo che non rinuncia alle proprie radici, le tramanda, le rievoca e le conserva in una civiltà trasformata e moderna come è quella dei nostri tempi.
Carla Cantore
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